SAPONE ALLA SALVIA

Di Rossella Metorre, una nostra amica iscritta al gruppo Facebook “Erbe aromatiche e spezie”, non sei ancora iscritto? Che cosa aspetti? Iscriviti qui

 

Ciao a tutti, sono Rossella e in questo breve articolo vi mostrerò come produrre del buon sapone artigianale. Prepareremo un sapone all’olio di oliva, con olio di cocco, burro di karité e olio di mandorle dolci per un sapone ricco e nutriente. L’argilla verde e l’olio essenziale di Salvia sclarea gli doneranno poi un’azione rinfrescante e purificante. Premetto che, non utilizzando olio di palma, il sapone una volta pronto, risulterà sicuramente più morbido rispetto a quelli che trovate generalmente in commercio.

Per produrre il nostro sapone adotteremo la tecnica della saponificazione “a freddo”, che permette di mantenere inalterate le proprietà degli ingredienti e favorisce la produzione di glicerina vegetale nel sapone. Inizierò con elencarvi dove poter lavorare il sapone, quali regole di sicurezza osservare, che utensili utilizzare, quali stampi scegliere e dove reperire gli ingredienti necessari.

Ambiente di lavoro. L’ambiente perfetto per produrre sapone è la cucina, dove è presente una fonte d’acqua, abbiamo i fornelli (ci serviranno per scaldare leggermente i grassi) e ci son gli spazi e le basi d’appoggio per poter lavorare con tranquillità. Premunitevi comunque di predisporre l’ambiente con giornali o teli per evitare schizzi e disponete a portata di mano tutto ciò di cui avrete bisogno durante il procedimento.

Regole di sicurezza. Osservare le regole di sicurezza è davvero importante quando si tratta di autoprodurre il nostro sapone. Non c’è da allarmarsi, ma solo da fare attenzione. Il sapone non può “nascere” senza l’utilizzo dell’idrossido di sodio (soda caustica). Una sostanza alcalina la cui traccia svanirà totalmente a processo di saponificazione ultimato. Dunque fino al termine della stagionatura, quando toccate il sapone, indossate sempre i guanti. La soda va pesata con estrema precisione. Sia la pesatura che la preparazione della soluzione caustica va eseguita nel lavello. Se il contenitore dovesse rompersi o qualche scaglia fuoriuscire, il contenuto finirà nello scarico (seguito da abbondante acqua) senza alcun danno. La soda caustica dev’esser maneggiata sempre con i guanti e indossando una mascherina. È corrosiva e può provocare gravi ustioni se arriva a contatto con la pelle. Se ciò dovesse accadere sciacquate la zona con abbondante acqua e poi applicatevi sopra un po di aceto. Se ad esser colpiti sono invece gli occhi, sciacquate sempre con abbondante acqua e poi rivolgetevi ad un medico. Non travasate mai la soda dal suo contenitore d’origine, non lasciate mai il barattolo di soda caustica incustodito e riponetelo in un luogo sicuro, al riparo da fonti di calore e dove i bambini non possono arrivare.

Utensili. Per quanto riguarda gli utensili necessari immagino che qualcuno di essi già l’abbiate identificato. Sono tutti di facile reperibilità e ricordate che tutto ciò che utilizzate per fare il sapone non potrà esser utilizzato per alcun altro scopo. Saranno i vostri “attrezzi del mestiere” segreti.

Al termine di ogni preparazione indossate i guanti, lavate tutta l’attrezzatura con acqua calda e asciugate con strofinacci vecchi.

Ci serviranno: ⁃ Guanti di gomma (trovi qui), occhialini (trovi qui), mascherina (la trovi qui) e grembiule da usare come protezione ⁃ Cucchiai di legno o plastica resistente al calore per miscelare la soluzione caustica (il legno col tempo si sfalda, conviene cambiare il cucchiaio spesso). ⁃ Spatola in gomma di quelle usate per i dolci per amalgamare e “ripulire” la pentola dal sapone (trovi qui) ⁃ Pentole di acciaio inox (eccone una a buon mercato qui). La pentola che sceglierete dovrà esser riempita solo per metà, per evitare che il sapone durante il processo di miscelazione con la soda caustica e i liquidi trabocchi al di fuori ⁃ Una caraffa di vetro o di plastica dura resistente al calore (questa qui), oppure di ceramica. La soda caustica, miscelata all’acqua, raggiunge temperature molto alte che arrivano fino a 80/90 gradi e una brocca di un materiale non adatto potrebbe rompersi e provocare la fuoriuscita del liquido caustico ⁃ Misurini di varie dimensioni da usare se vorrete utilizzare erbe o oli essenziali (la trovi qui) ⁃ Un frullatore a immersione (tipo minipimer – questo qui) o una frusta da cucina in acciaio inox o plastica (questa qui) ⁃ Una bilancia elettronica di precisione (questa qui) ⁃ Uno o due termometri che rilevano temperature tra i 10 e i 100 gradi (questi qui) ⁃ Coperte e strofinacci vecchi da utilizzare per avvolgere gli stampi di sapone a lavorazione ultimata.

Sono da evitare utensili in alluminio, stagno e ferro che a contatto con la soda si corrodono. Anche il cucchiaio di legno va cambiato spesso per evitare che pezzetti di legno possano finire nel sapone.

Stampi Passiamo agli stampi. Qui potrete davvero sbizzarrirvi nelle forme e nelle dimensioni. Ci sono due importanti caratteristiche che essi devono rispettare: non devono reagire alla soda caustica e devono essere flessibili per permettere al sapone di staccarsi e uscire. Possiamo utilizzare le vaschette di plastica che usiamo per conservare gli alimenti, gli stampi per ghiaccio o ancora le formine in silicone per dolci. Chi andrà avanti con le sperimentazioni potrà allora provare a costruirsi una cassetta in legno per sapone oppure cercare in rete dove se ne trovano di già belle e montate. Sono da evitare stampi di polistirolo, vetro, ceramica, acciaio, terracotta e contenitori antiaderenti. Qui ne trovate alcuni.

E adesso passiamo alla pratica!

Allora, io ho scelto di produrre il sapone con il metodo della saponificazione “a freddo”. Il procedimento è abbastanza semplice, basta far attenzione a tutti i passaggi e rispettare le norme di sicurezza. Una volta preparato il piano di lavoro, con tutto ciò che ci serve a portata di mano, e aver pesato tutti gli ingredienti, passiamo all’azione!

Come vi dicevo prima, il sapone che prepareremo è un sapone all’olio di oliva e salvia. Assicuratevi che gli oli e i grassi vegetali siano di buona qualità e di sicura provenienza.

Ci serviranno: 600 grammi di olio di oliva, non extravergine, sarebbe uno spreco utilizzarlo per saponificare, 250 grammi di olio di cocco (questo qui), 50 grammi di olio di mandorle dolci (questo qui), 100 grammi di burro di karité (questo qui), 300 grammi di acqua, 135,78 grammi di soda caustica (la trovi qui),  1 cucchiaio di argilla verde (questa qui) oppure di farina di riso o di amido di riso, salvia essiccata per preparare l’infuso 15/20 ml di olio essenziale di Salvia sclarea.

Importante! Le dosi qui sopra elencate sono valide esclusivamente per questa ricetta. Cambiare gli oli vegetali e non regolare la quantità di soda caustica può portare ad una cattiva riuscita della ricetta. Ogni grasso e olio vegetale ha il suo coefficiente di saponificazione e questo va ricalcolato di volta in volta a seconda di quale di essi andrete ad usare. Per maggiori informazioni rimando al testo di Garzena e Tadiello citato a fine articolo.

Procedimento.

– Qualche ora prima di fare il sapone, preparate l’infuso di salvia e lasciatelo raffreddare. (Preparatelo con più di 300 grammi d’acqua così da avere, dopo il filtraggio, la giusta dose di liquidi per lavorare) Una volta raffreddato filtrate e versatene 300 grammi nella caraffa termica.

– Pesate la soda caustica in una ciotolina facendo attenzione e usando guanti, occhialini e mascherina. Eseguite entrambe le operazioni direttamente nel lavello.

– A questo punto, molto lentamente, versate la soda caustica nell’acqua mescolando rapidamente con il cucchiaio di legno (usando guanti, mascherina e occhialini), coprite e mettete a raffreddare al sicuro.

Negli anni ho costatato che ci vuole poco meno di un’ora perché la soluzione caustica raggiunga la giusta temperatura.

– Pesate attentamente i grassi (oli e burri vegetali) direttamente nella pentola di acciaio inox. A questo punto mettete la pentola sul fuoco (la fiamma dev’esser molto bassa), aspettate che il burro di karité si sciolga e nel frattempo fate molta attenzione che la temperatura non salga troppo.

La soluzione caustica e i grassi dovranno raggiungere la temperatura di 45 gradi contemporaneamente. I grassi li possiamo sempre riscaldare leggermente ma la soluzione caustica, una volta scesa troppo la temperatura, non si può più recuperare e si dovrà ricominciare tutto daccapo. Quindi attenzione! Nel tempo la pratica vi aiuterà molto a capire i tempi giusti. Vi consiglio di tenere sotto controllo le due miscele misurandone la temperatura frequentemente almeno le prime volte, per capire bene i tempi di raffreddamento.

– Nell’attesa preparate gli oli essenziali e l’argilla verde mescolandoli assieme in una ciotolina. Questo farà si che poi gli oli essenziali si fisseranno meglio all’impasto. Se non volete usare l’argilla verde, che oltre a conferire al sapone un delicato colore verde ha proprietà purificanti, usate un cucchiaio di riso o di amido di riso. Preparate anche lo stampo o gli stampi scelti.

– Controllate che sia i grassi che la soluzione caustica abbiano raggiunto i 45 gradi. A questo punto, indossando gli indumenti e gli accessori protettivi, versate lentamente la soluzione caustica negli oli. Mai fare il contrario mi raccomando! Mescolate dapprima con un cucchiaio di legno o con una spatola per dolci in gomma e poi passate al frullatore a immersione azionandolo ad intervalli regolari per non farlo surriscaldare ma continuando comunque a girare per far amalgamare fra di loro gli ingredienti.

– Il sapone sarà pronto quando avrà raggiunto la fase del nastro. È un momento importantissimo quello del raggiungimento del nastro e dovete far attenzione quando questa fase si avvicina. Al momento giusto noterete che lasciando colare un po della pasta di sapone dalla spatola, essa non si amalgamerà all’impasto ma vi resterà in superficie. Sarà come “scrivere” sul composto. Questa è la fase del nastro.

– Adesso potete aggiungere gli oli essenziali mescolati all’argilla (o alla farina/amido di riso) e, continuando a girare, assicuratevi che si incorporino per bene al sapone. Versate poi il sapone nello stampo.

– Isolate lo stampo avvolgendolo prima in uno strofinaccio e poi in una coperta e mettetelo a riposare per due/tre giorni.

– Passato questo tempo, estraete il sapone dallo stampo, se necessario tagliatelo, e lasciatelo stagionare per 4/5 settimane in un posto areato posto su del cartone non colorato o del rotolone da cucina.

-Quando il sapone sarà pronto conservatelo in un ambiente fresco e asciutto, al riparo dalla polvere (gli scatoli delle scarpe sono perfetti).

Ecco abbiamo finito!

Quelle che vi ho descritto sono le principali fasi di lavorazione di un sapone.

Se vi siete incuriositi e volete continuare a sperimentare e approfondire le vostre conoscenze sull’autoproduzione di saponi solidi, liquidi e quant’altro, vi rimando a due testi: “Il tuo sapone naturale” di Patrizia Garzena e Marina Tadiello, ediz. Natural Life Style, che trovate qui e “Saponi e detersivi naturali” di Liliana Paoletti, ediz. Il filo verde di Arianna, che trovate qui.

Spero che questa mia breve introduzione sulla saponificazione artigianale vi sia piaciuta.
Ciao

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